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Una credenza popolare: le voglie


E' uno dei primi argomenti che viene tirato fuori durante i pranzi in famiglia. Anche prima di quello relativo al sesso del nascituro. Sì, perché alle "voglie" bisogna stare molto attenti.  E' una delle prime preoccupazioni di nonne e zie: bisogna tenerne conto per evitare guai e situazioni che potrebbero esporre anche il bambino. 

Come ha scritto anche l'antropologo e storico Giuseppe Pitrè
E' domma (dogma) di fede popolare che quando la gravida ha voglia di qualche cosa e non l'ottiene corre il pericolo di imprimere nel feto l'immagine dell'oggetto desiderato (lo spinno, in siciliano). Questo ultimo fatto avviene particolarmente quando la donna che ha voglia si tocca in alcune parti del corpo. Il neo materno (lu disiu) si forma nel feto sul punto corrispondente al punto toccato dalla madre.

Ecco immaginate adesso quali fantasie mi sono frullate per la testa non appena ho compreso questo dogma: la mia mogliettina ha sviluppato
in pochissimi giorni un desiderio irrefrenabile di anguria, ricotta e... pasta. Sono stato settimane a chiedermi quale tipo di pasta potesse andare bene ad Alessandra. La pasta corta alla fine non mi destava preoccupazioni. Una stellina sul petto o anche gli anelletti potevano essere decorativi sulla pelle. Quello che mi spaventava era il desiderio di bucatino. Vallo a spiegare un domani a mia figlia che per colpa mia si sarebbe trovata una strisciata lungo il corpo. 


Una voglia altro non è che un'imperfezione della pelle che si forma prima della nascita. E non sembra (vogliamo essere cauti) essere legata al desiderio di cibo. Quest'ultimo è invece una richiesta da parte dell'organismo che si trova ad affrontare una tempesta, a livello ormonale, incredibile. 

Di seguito il testo di una canzone popolare che consacra questa credenza.


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