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Manca poco... al congelamento



"Manca poco". Da qualche tempo questa frase è una sorta di mantra. A casa nostra lo pronunciamo mediamente 728.362 volte. Può cambiare il tono di voce, l'intonazione. A volte può essere anche sussurrato o detto con rassegnazione. O può essere anche affermato con voce alta e decisa. Ma il succo è sempre lo stesso: "Manca poco". Manca poco al parto, alla nascita. Lo sappiamo che lo diciamo già da tempo, ma ci dà in qualche modo forza.


Diciamo "manca poco" quando:
- Alessandra ha le contrazioni
- Alessandra non trova i vestiti che le piacciono
- Alessandra sente caldo
- Alessandra esce per fare la spesa ma rientra subito dopo
- Alessandra stende i panni dal lato interno perché asciugano prima
- Alessandra vuole le magliette bianche fuori dalla lavatrice
- Alessandra sente caldo
- Alessandra chiama sua madre
- Alessandra esce con Rosa Maria
- Alessandra dorme di pomeriggio
- Alessandra sbadiglia
- Alessandra accende il condizionatore
- Alessandra è pensierosa
- Alessandra ha sonno
- Alessandra è stanca
- Alessandra sente caldo
- Alessandra prepara da mangiare
- Alessandra ride senza motivo da sola
- Alessandra fa la spesa
- Alessandra rimprovera Rosa Maria
- Alessandra si guarda un film
- Alessandra beve acqua
- Alessandra si alza tardi
- Alessandra si alza presto
- Alessandra sente caldo
- Alessandra dorme poco
- Alessandra dorme male
- Alessandra dorme
- Alessandra sente caldo
[...]

Insomma, ci siamo capiti. "Manca poco" è il miglior modo per dire "coraggio, siamo quasi arrivati al traguardo". Che in realtà sarebbe più corretto un "Coraggio, sei arrivata". Ma si sa, nel matrimonio si dividono gioie e dolori. E anche questo rientra nel conto.

Da qualche tempo passo le notti ad osservare fuori dalla finestra. Immagino il leggero vento di scirocco, oppure la tiepida aria ferma. E socchiudo gli occhi immaginando di trovarmi avvolto da quel tepore. E mentre immagino mi addormento... probabilmente per ipotermia. Sì, perché da quando è entrata l'estate il telecomando del condizionatore è diventata una sorta di protesi artificiale per Alessandra. Che sente caldo. Io non so cosa possa capitare nel corpo di una donna incinta. Ma posso dire che so cosa significhi soffrire il gelo in estate.
La notte perdo la sensibilità dei piedi, è la parte del mio corpo maggiormente esposta al flusso d'aria del condizionatore. Mi rannicchio per quanto mi è possibile. Faccio del cuscino una sorta di scudo. Ma vista la mia stazza, a poco serve.
E così avviene ogni sera. Il "bip" del condizionatore che segnala l'accensione dell'apparecchio infernale vede in contemporanea scorrere un brivido "freddo" lungo la mia schiena. Anche perché, è bene dirlo, al condizionatore si accompagna l'effetto "Trieste". Non basta l'aria fredda. C'è anche quel venticello simile alla bora. C'è, infatti, un ruolo fondamentale svolto dal ventilatore. Viene rigorosomante e millimetricamente orientato in diagonale verso le gambe di Alessandra. Tutto questo ha delle conseguenze. Per legge fisica, l'orientamento comporta una prosecusione del flusso, con tutta la sua violenza, su tutto il mio corpo. Essendo esili le gambe di Alessandra non posso, quindi, contare neanche nell'effetto barriera. E così, a seconda di come mi posiziono, se tengo gli occhi chiusi, sento il vento arrivare sin dentro il mio cervello. Ho la netta impressione di trovarmi lungo uno dei costoni rocciosi dell'Everest. Alle volte tento di spegnere ogni apparecchio presente nella stanza. Lo faccio nel cuore della notte, quando neanche un bombardamento riuscirebbe a svegliare Alessandra. Ma è proprio lei che riescein questa circostanza a cogliere qualcosa che non va... Ho pensato nell'ultimo periodo che avrà di sicuro collegato qualche congegno, per cui all'abbassamento della tensione elettrica in camera da letto, le arriva una notifica nel cervello che la risveglia anche dal sonno più profondo.

E comunque manca poco, davvero. Entro questo mese dovrebbe arrivare la seconda villinina. E speriamo che ami il caldo :-)

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2 Commenti

  1. Troppo divertente. Bravi continuate con questo diario familiare che tiene davvero compagnia. Complimenti per la scrittura brillante Giovanni

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  2. ...una copertina solo per te :) hahaha!! Flavia

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